Il nuovo sistema previdenziale (dopo la riforma “Fornero”) | Frontiera Rieti.
Proseguono gli incontri tra organizzazioni sindacali e giovani organizzati dall’Informagiovani del Comune di Rieti.
Giovedì 9 maggio è stata la volta della sigla UGL. Il segretario provinciale Marco Palmerini, introdotto dal consigliere comunale Giovanni Ludovisi (Presidente della Commissione Lavoro), ha dedicato la propria attenzione agli scenari aperti nel sistema previdenziale dalla riforma “Fornero”.
Scenari tutt’altro che rosei per chi si affaccia oggi sul mondo del lavoro.
La costruzione dei cosiddetti “pilastri previdenziali”, ha spiegato infatti Palmerini, è tutt’altro che pacifica ed efficace, e il passaggio dal sistema retributivo a quello completamente contributivo ha portato con sé non pochi problemi.
Il primo pilasto, quello dell’Inps, è piuttosto compromesso. In passato la pensione veniva corrisposta in proporzione alla retribuzione percepita durante la vita lavorativa. Con il sistema contributivo, invece, la pensione dell’Inps funziona grosso modo come una assicurazione privata. Restituisce il vitalizio in base al capitale effettivamente versato.
Un modo di procedere che al momento attuale non garantisce affatto buoni rendimenti.
Il sistema contributivo infatti, funziona bene se si ha la possibilità di lavorare ininterrottamente per 35 anni e con un alto stipendio. Ma oggi questa, lo sanno bene i nostri giovani, è solo una pia illusione.
Il precariato cronico e la devastante disoccupazione che stiamo attraversando non aiutano certo a sperare in un futuro migliore.
Contro le nuove generazioni gioca anche un ingresso nel mondo del lavoro che avviene in età sempre più avanzata. Una condizione che produrrà una moltitudine di lavoratori anziani, ma impossibilitati ad accedere al pensionamento.
Le stime “ottimali” della riforma – ha spiegato Palmerini – prevedono una pensione pubblica tra il 55 e il 60% del reddito da lavoro. Ma nelle attuali condizioni, è facile prevedere che sarà molto meno.
E non si può nemmeno sperare nel secondo pilastro pensionistico, ovvero nei fondi integrativi. Con alcuni distinguo, si tratta di piani di accumulo che i lavoratori dovrebbero portare avanti con il proprio reddito. «Ad averne uno sufficiente», ha prontamente sottolineato qualcuno tra i ragazzi, centrando pienamente il problema.
La tendenza degli stipendi in Italia non è certo al rialzo. E sarà gioco forza, per tutti quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese, di preferire “l’uovo oggi alla gallina di domani”.
Il futuro previdenziale dei giovani, insomma, è piuttosto problematico. E viene da pensare che senza adeguati correttivi, la situazione potrebbe in breve tempo divenire drammatica.
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